Google AdS, campagne social, attività di PR e influencer marketing e molto altro ancora: canali ed opportunità nel mondo della digital advertising si moltiplicano a vista d’occhio, ma di fronte alla volontà più o meno necessaria di inverstirvi, la domanda a cui resta sempre più complesso rispondere è: “quanto devo investire e come posso ottenere il massimo dalle mie campagne?”
Dati e KPI ci arrivano in soccorso per monitorare e comprendere l’andamento delle nostre campagne, ma non forniscono una risposta e soprattutto non rappresentano uno strumento per ottimizzarne le performance.
ROAS e ROI: comprendere e calcolare il ritorno sui tuoi investimenti pubblicitari
Sebbene KPI e dati non ci forniscano la soluzione per ottimizzare le nostre campagne, sono senza dubbio fondamentali per comprenderne l’andamento ed, in tal senso, forieri di informazioni utili per valutare azioni correttive al fine di migliorarne le performance.
Ma vediamo di cosa si tratta.
Con il termine ROAS (Return on Advertising Spent) si va a definire, in modo specifico, il ritorno sull’investimento pubblicitario.
Calcolare il ROAS è molto semplice: si dividono le entrate generate dagli utenti provenienti dalle campagne per il costo degli annunci, moltiplicando il tutto per cento.
ROAS = ricavo pubblicitario / costo pubblicitario
Ideale per un monitoraggio costante delle campagne e per la valutazione di eventuali modifiche nell’allocazione dei budget, il ROAS è un KPI che tuttavia manca di una visione più strategica e di business.
A tale proposito risulta senza dubbio più completo il dato che sulle campagne valutato dal ROI (Return on Investment). Con tale metrica si vanno, infatti a considerare, non solo le mere spese pubblicitarie ma anche il costo delle attività ad esse correlate di creazione e gestione.
Per calcolare il ROI:
ROI = (ricavo totale – costo totale) / costo totale
Una volta compreso come valutare il ritorno sull’investimento delle nostre campagne, non ci resta che affrontare invece la tematica chiave che riguarda l’ottimizzazione delle loro performance.
Migliori risultati per le tue campagne? Scopri come con l’aiuto della marketing automation
Creatività, copy, budget, posizionamenti, target: sono tanti i fattori su cui poter giocare per il successo di una campagna.
Molto spesso riusciamo ad ottimizzarla al meglio in piattaforma, ma non poniamo la stessa cura ed attenzione nella scelta della pagina di atterraggio o magari nella definizione dei percorsi di navigazione che portano l’utente all’acquisto.
Siamo sempre sicuri che le aspettative dell’utente che clicca l’annuncio siano soddisfatte? O meglio, siamo veramente certi con le nostre campagne di intercettare il target giusto?
In entrambi i casi strategie di marketing automation e l’impiego di Customer Data Platform, come Blendee, ci forniscono un valido aiuto sia in fase di personalizzazione on-site della customer experience dell’utente proveniente dalle campagne, sia nella fase antecedente di creazione delle diverse audience.
Customer data platform: tutto il valore di una profilazione evoluta
Nel corso del tempo gli strumenti e le funzionalità offerte anche dalle piattaforme di advertsing come Google ADS, in termini di profilazione, si sono evoluti con l’obiettivo di fornire ai marketer la possibilità di perfezionare le loro strategie. Pensiamo, ad esempio, di quante informazioni e dati in più possiamo adesso usufruire con l’integrazione del tag di remarketing piuttosto che con l’integrazione con Google Analytics.
Ma che cosa potrebbe accadere se fossimo noi stessi a fornire a Google cluster di utenti altamente profilati su cui far lavorare le nostre campagne?
Oltre a dati demografici, interessi ed informazioni sul comportamento di navigazione ed acquisto, potrebbe essere infatti interessante integrare, per la nostra segmentazione, informazioni raccolte dal nostro servizio di customer care, piuttosto che dati provenienti dal nostro CRM o ancora più semplicemente utilizzare il Customer Lifetime Value dei nostri clienti come criterio di profilazione.
È evidente che questo tipo di informazioni non sono in alcun modo reperibili né all’interno di Google ADS né, tantomeno, all’interno di Google Analytics.
Una customer data platform come Blendee può però venirci incontro consentendoci di mettere in campo efficaci strategie di profilazione e segmentazione delle audience.
Una volta creati, tali segmenti, possono essere facilmente esportati, mediante connettore, all’interno della dashboard della nota piattaforma di campagne paid.
Il vantaggio? La possibilità di profilare al meglio la nostra audience, personalizzandone al massimo l’esperienza di navigazione fuori e dentro il sito.
Marketing automation e digital advertising: come personalizzare l’esperienza on-site
Una campagna di digital advertising funziona se converte.
Se le attività di profilazione e segmentazione sono determinanti per definire i cluster di utenti che andranno a determinarne il target (pensiamo alle diverse campagne di remarketing piuttosto che alla possibilità di generare cluster di utenti da utilizzare come target partendo da quelli creati nella nostra CDP), l’attività di personalizzazione della customer experience on-line non è da meno!
Personalizzazione dei contenuti, product recommendation dinamiche e behavioral message sono solo alcune delle funzionalità per la personalizzazione on-site: è sempre importante offrire all’utente che atterra sul nostro sito/eCommerce un’esperienza di navigazione, e quindi acquisto, coerente al percorso intrapreso con la campagna.
Immaginiamo, ad esempio, di voler ringaggiare tutti gli utenti che hanno visitato la pagina del sito dedicata ai punti vendita ma che non hanno completato il form per la prenotazione di un appuntamento. Potrebbe essere interessante proporre loro un banner che li inviti a scaricare un codice coupon per usufruire di una consulenza gratuita nel punto vendita da ricevere magari via mail.
Oppure immaginiamo di poter personalizzare l’esperienza di navigazione degli utenti all’interno del nostro shop, mostrando, ad esempio, nella pagina di atterraggio di una campagna search un banner personalizzato in funzione della chiave di ricerca (es: “guanti moto da cross”, piuttosto che “casco da bicicletta”).
Tutto ciò permette a marketing manager e digital strategist di cambiare prospettiva e valutare l’importanza di concentrare le attività di personalizzazione anche post click. Solo così è possibile creare customer experience omnichannel e ottimizzare il budget investito nelle proprie campagne.
Digital advertising e marketing automation: il vantaggio di un approccio omnicomprensivo
Dato che gli investimenti su campagne ADS rivestono sempre un ruolo di primaria importanza in ogni strategia marketing sia in fase di acquisizione che di remarketing, è forse opportuno ricordare i significativi vantaggi che derivano dall’impiego di un approccio omnicomprensivo esteso anche alla fase post click.
- profilazione e segmentazione evoluta e dinamica della audience;
- sincronizzazione delle audience direttamente su Google ADS;
- possibilità di creare target altamente performanti;
- creazione di annunci dedicati ad ogni singolo segmento;
- strategie di personalizzazione della customer experience off-site on-site;
- ottimizzazione del ROI e delle performance di campagna.
Come è facilmente intuibile il vantaggio di un’ottimizzazione delle performance delle campagne mediante il contributo di marketing automation ed intelligenza artificiale è innegabile, poter creare cluster di utenti altamente profilati da impiegare come target, così come personalizzare l’esperienza di navigazione ed acquisto on-line hanno ricadute positive sulle performance stesse delle campagne.