
In un contesto in cui i costi pubblicitari rappresentano per aziende e brand una voce di spesa sempre più significativa a bilancio ed il costo per click il risultato di una vera e propria “guerra” al rilancio, convertire il maggior numero di utenti da utente anonimo a cliente fidelizzato, diventa per strategist e marketer una sfida a cui non è più permesso sottrarsi.
La media italiana di utenti che scelgono di rivelare e rilasciare dati ed informazioni di contatto all’interno di un sito web o eCommerce è dell’1,8% (dato aggiornato a Novembre 2019), un dato assolutamente allarmante se lo si legge cambiando prospettiva: oltre il 98% degli utenti, infatti, sceglie di interagire da anonimo.
Il pensiero corre così subito agli investimenti pubblicitari: quanti soldi rischiamo di mandare in fumo se del traffico che generiamo per il nostro sito web, ci rimane così poco?
Conversione degli utenti anonimi in utenti registrati, prima, profilazione e segmentazione, poi, diventano così fattori critici di successo per ogni strategia marketing.
Dati e KPI: non dimentichiamo il valore degli utenti “conosciuti”
Numero di visite, costo per lead, conversion rate e molto altro ancora: quando ci troviamo ad esaminare le performance del nostro progetto web, sono numerosi gli indicatori che dobbiamo tener monitorati.
Tra i tanti, tuttavia, ci dimentichiamo spesso di tenerne in considerazione uno assolutamente importante: l’unveil rate o tasso di svelamento.
Esso ci consente di tener monitorato il rapporto in percentuale tra gli utenti registrati e gli utenti anonimi, che, come abbiamo già anticipato, è importante cercare di alzare rispetto alla media italiana, visto che è proprio sul primo cluster di utenti, quelli registrati, che si concentrano la maggior parte delle attività marketing implementabili.

Come passare da utente anonimo a cliente fidelizzato: il potere di marketing automation ed intelligenza artificiale
Trasformare un utente anonimo in un cliente fidelizzato poi è ancora più semplice grazie al contributo di marketing automation ed intelligenza artificiale.
In questa fase, i dati sugli utenti rappresentano una vera e propria ricchezza: anche se anonimi, quando questi visitano un sito web o un eCommerce rilasciano tante preziose informazioni, come prodotti e/o contenuti che visualizzano, categorie che navigano, aree geografiche di provenienza, dispositivi utilizzati per collegarsi, campagne di provenienza.
Avanzati sistemi di tracciamento che superano quelli più comuni basati sui cookies consentono di riconoscere gli utenti, anche se anonimi, tenendo traccia di tutte le azioni che compiono.
Performanti CDP (Customer Data Platform), come Blendee, raccolgono e normalizzano tali dati, consentendo all’intelligenza artificiale di mettere in atto tutte le sue potenzialità.
Il risultato?
La realizzazione di efficaci strategie di personalizzazione della customer experience che si mostrano particolarmente utili al fine di migliorare proprio l’unveil rate, stimolando così gli utenti a rilasciare ulteriori dati fondamentali per la loro profilazione.

Messaggi comportamentali, form contatti dinamici e content personalization: primi passi per una strategia inbound
“Riuscire ad attrarre lead qualificati attraverso la proposta di contenuti per loro rilevanti ai fine della risoluzione dei loro problemi”: è con queste parole che Brian Halligan e Dharmesh Shah, nella loro pubblicazione “Inbound Marketing. Attract, Engage, and Delight Customers Online”, ci introducono al mondo dell’inbound marketing, strategia marketing che proprio nella conversione da utente anonimo a cliente fidelizzato basa la sua essenza.
Senza scendere troppo nel dettaglio proprio in merito alla strategia inbound, possiamo comunque osservare come tra i diversi strumenti e funzionalità messe in campo per convertire gli utenti anonimi in utenti registrati, la personalizzazione dei contenuti, così come dei messaggi comportamentali e dei form, riveste un ruolo fondamentale.
Box message, exit intent, warning message e molto altro ancora: intercettare l’utente prima che abbandoni il sito, invitandolo a registrarsi, o stimolarlo a rilasciare dati in cambio della possibilità di ricevere materiali informativi e di approfondimento, proposti sulla base del suo comportamento di navigazione o degli interessi mostrati, è fondamentale per creare una relazione, il primo passo per convertirlo a trasformarsi da utente anonimo a cliente fidelizzato.
Dal primo contatto ad una profilazione avanzata dell’utente al fine di garantire customer experience personalizzate e di valore per ciascun utente: i form contatti dinamici, implementabili con Blendee, consentono una raccolta di informazioni sia in una fase preliminare che in una fase successiva. Domande mostrate in modo dinamico, a seconda del segmento di utenti e nel momento più adatto, o survey volte a riscontrare il gradimento su un determinato prodotto o servizio consentono di raccogliere dati in varie fasi, ingaggiando l’utente.
Acquisire nuovi clienti e sempre più costoso e oneroso: è fondamentale ottimizzare i propri investimenti cercando di trasformare i visitatori anonimi in utenti registrati, prima e clienti poi. Ecco che profilazione e segmentazione dell’audience, prima, e creazione di customer experience personalizzate, poi, possono rappresentare due leve strategiche fondamentali.