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Secondo alcune ricerche un utente visualizza in media 4.000 annunci pubblicitari al giorno, l’ambiente urbano che ci circonda è saturo di immagini, senza dimenticare l’image overload a cui i social ci hanno abituato.
Ma come può riuscire un brand ad emergere in tutto questo “frastuono”?
Marketer e strategist hanno capito che ogni messaggio pubblicitario, ogni comunicazione ha il suo momento ideale per raggiungere il proprio target di riferimento e che la personalizzazione della customer experience rappresenta la vera chiave di volta per il successo delle proprie strategie.
Content personalization: l’impatto sulla tua strategia di lead generation e nurturing
Come in parte anticipato nell’articolo del nostro blog dedicato alle strategie di lead generation, la personalizzazione dell’esperienza utente gioca un ruolo fondamentale anche nella fase iniziale in cui l’utente non ha ancora scelto di rivelare la propria identità.
Le informazioni che infatti rilascia durante il percorso di navigazione (pagine consultate, prodotti visualizzati, area geografica da cui naviga..) possono essere utilizzate come base per una prima strategia di profilazione atta a fornire contenuti in linea con le sue esigenze ed i suoi interessi.
- Articoli del Blog
- Banner
- Call To Action
- Prodotti
- Ebook e Checklist
Quanto elencato sopra è solo un esempio dei contenuti che possono essere personalizzati per garantire all’utente un’esperienza di navigazione ed acquisto di valore, già alla prima visita.
Pensiamo, ad esempio, ad un sito eCommerce. A tutti gli utenti che lo navigano per la prima volta potremmo mostrare in home page una selezione di articoli consigliati tra quelli scelti tra quelli più visualizzati o acquistati dagli utenti. Ma il livello di personalizzazione potrebbe essere maggiore: immaginiamo che tra gli utenti anonimi che visitano il nostro eCommerce ci sia un cluster di utenti che lo ha visitato negli ultimi 30 giorni. A tale cluster potrebbe essere interessante consigliare prodotti a partire da quelli che, per esempio, ha visualizzato di recente.
Lo stesso tipo di logica potrebbe certamente essere applicata anche alla personalizzazione dei contenuti siano essi articoli di un blog, messaggi o banner.
Ma mano che dati ed informazioni inerenti ogni singolo utente vengono raccolte ed arricchite progressivamente, le attività di personalizzazione possono raggiungere livelli elevati e garantire esperienze sempre più performanti e “su misura”.
Pop-up e messaggi comportamentali: attira l’attenzione dei tuoi utenti
Tra le possibili attività di personalizzazione on-site banner i messaggi comportamentali rappresentano, senza ombra di dubbio, la modalità più utilizzata.
Impattanti e capaci di attirare l’attenzione anche dell’utente più distratto, essi personalizzano l’esperienza di navigazione in real-time e mostrano contenuti e prodotti, sollecitando l’internauta nel modo più appropriato.
L’esempio più conosciuto tra le varie tipologie di messaggi comportamentali è la pop-up on-exit che viene mostrata nel momento stesso in cui l’utente sta per chiudere la finestra di navigazione del sito e solitamente contiene un incentivo significativo in cambio di qualche dato di contatto, solitamente l’indirizzo email.
Pop-up on exit ma non solo, tra i messaggi comportamentali ricordiamo:
- Message on PushBar e SideTab
- Warning Message
- Static Top Message
Tanti formati, un solo obiettivo, stimolare l’utente a compiere una determinata azione. Ecco perché quando configuriamo un messaggio comportamentale dobbiamo sempre tenere a mente questi principi:
- finalità chiara: la finalità dell’azione così come il vantaggio/beneficio che l’utente può trarne deve essere chiaro e facilmente comprensibile;
- linguaggio chiaro: è importante che il messaggio riporti una call to action chiara ed univoca affinché l’utente sia guidato verso una specifica azione;
- utilità: soprattutto se attiviamo un messaggio con la finalità di raccogliere dati ed informazioni sugli utenti (immaginiamo una survey) è importante fornire all’utente qualcosa in cambio sia esso un contenuto di approfondimento o uno sconto sull’acquisto successivo.
Profilazione e qualificazione dei contatti: più facile e veloce con i form dinamici
Sono sempre di più gli utenti che si dichiarano favorevoli e disponibili a rilasciare dati ed informazioni personali in cambio di customer experience personalizzate, ma purtroppo le aziende spesso non si trovano pronte a rispondere efficacemente.
Se gran parte delle informazioni inerenti interessi di navigazione ed acquisto possono più facilmente essere raccolte analizzando i comportamenti degli utenti, altri dati relativi ad interessi, informazioni demografiche (es: data di nascita) possono essere raccolti se poniamo agli utenti domande dirette.
Form e survey possono così rivelarsi strumenti infallibili per qualificare meglio il nostro contatto. Dobbiamo però ricordare che, in questo caso, tanto più la richiesta di dati sarà contestuale al percorso di navigazione dell’utente, tanto più quest’ultimo sarà propenso a rilasciare informazioni utili, magari in cambio di un reale beneficio (offerte personalizzate, contenuti su misura) che rientra nella messa in pratica di un’efficace strategia di customer engagement.
Ecco tre diverse tipologie di form che possono essere implementati per un’efficace strategia di profilazione.
- Survey o sondaggi: rappresentano la tipologia di form più complessa ma, senza dubbio, quella che può consentire una raccolta molto dettagliata di informazioni. Per questo è opportuno che si riesca a coinvolgere al meglio l’utente.
- Soft Lead: rientrano in questa categoria i form più semplici come quelli di iscrizione alla newsletter che non richiedono dati particolarmente articolati. Anche in questo caso è valido il consiglio di rendere chiaro all’utente il beneficio che può trarre da quella particolare azione (es: ricevere in anteprima le promozioni, uno sconto sul primo acquisto…).
- Hard Lead: si tratta di form solitamente deputati alla raccolta di informazioni più dettagliate (azienda, data di nascita, ruolo professionale, interessi..) e pertanto prevedono magari la ricezione di un contenuto di approfondimento di valore come un ebook, un case study, un’infografica.
Un’ efficace strategia di web personalization costituisce senza ombra di dubbio la chiave di volta per valorizzare al meglio la customer experience dei nostri utenti, una volta che abbiamo dati ed informazioni che li riguardano, non dimentichiamoci però che può essere una strategia vincente anche durante la fase di acquisizione e qualificazione del contatto stesso.