Google Privacy Sandbox non convince e il definitivo addio ai cookie di terze parti si fa sempre più lontano: è notizia di qualche giorno fa la proroga della definitiva deprecazione dei cookie di terze parti che è stata, per il momento, prevista nel 2025.
Alla base della scelta di Big G, una serie di sfide e riserve manifestate proprio in merito alla soluzione proposta come alternativa ai cookie di terze parti, Google Privacy Sandbox, da enti regolatori, in modo particolare dall’Autorità per la Concorrenza e i Mercati (CMA) e dall’Ufficio del Commissario per le Informazioni (ICO) del Regno Unito alle quali il gigante di Mountain View è chiamato a rispondere.
Sebbene si riconosca la difficoltà di trovare una soluzione che riesca a conciliare la necessità di preservare l’efficacia della campagne advertising, da una parte, e la privacy degli utenti dall’altra, Google Privacy Sandbox solleva ancora molti dubbi ed incertezze.
Cerchiamo di capire perché ma, ancora prima, cerchiamo di fare chiarezza sulla soluzione ideata da Google come alternativa ai cookie di terze parti.
- Che cosa è la Privacy sandbox di Google e quali tecnologie sfrutta?
- Privacy Sandbox: le rassicurazioni di Google
- Fine dei cookie di terze parti rinviata al 2025, ha ancora senso aspettare?
Che cosa è la Privacy Sandbox di Google e quali tecnologie sfrutta?
Introdotta nel 2019 come un’iniziativa a cui hanno, nel tempo partecipato numerosi stakeholder come publisher, sviluppatori, fornitori di tecnologia pubblicitaria, consumatori, Google Privacy Sandbox è stata pensata come una sorta di progetto di frontiera creato proprio per trovare una soluzione alternativa ai cookie di terze parti che potesse essere garanzia di una migliore privacy per tutto il web.
Google Privacy Sandbox può essere considerata un vero e proprio framework modulare che raccoglie una serie di API che consentono di erogare annunci pubblicitari pertinenti, permettendo al contempo l’acquisizione di metriche, l’attribuzione degli annunci stessi nel pieno rispetto della privacy degli utenti.
Protected Audience API
Essa consente di gestire casi di uso di remarketing e segmenti di pubblico personalizzati ed è progettata in modo che terze parti non possano monitorare il comportamento di navigazione degli utenti su più siti.
Alla base del suo funzionamento il concetto di “gruppi di interesse” che consentono di segmentare gli utenti e che vengono memorizzati nel browser del consumatore e solo qui resi accessibili alle API.
Topics
Tale API permette la categorizzazione delle pagine web in quasi 500 argomenti di interesse, senza rivelare informazione alcuna sui dati relativi al comportamento dell’utente. L’utilizzo di questa API permette agli advertiser di pubblicare annunci pertinenti sulla base del contesto di riferimento. Genera in automatico una lista di interessi dell’utente sulla base non delle singole pagine o ricerche effettuate, ma su dati generici degli host a cui si connettono. Questi interessi verranno poi mescolati con altri generati casualmente, così da migliorare ulteriormente la privacy.
Attribution Reporting API
Aiutano a misurare l’efficacia delle campagne ADS grazie ad un’analisi più approfondita dei dati. È un insieme di funzionalità atte a offuscare le attività svolte su più siti e app, rendendo così impossibile per gli inserzionisti il tracciamento del singolo utente, imponendo un limite alla quantità di dati degli inserzionisti e dei publisher che possono essere collegati per la generazione di report a livello di evento.
Privacy Sandbox: le rassicurazioni di Google
Come anticipato in apertura, fin dal lancio, Google ha sempre avuto gli occhi di molti enti regolatori puntati sulla soluzione proposta e forse non poteva essere altrimenti, vista la posizione che ricopre sul mercato.
Nonostante la difficile situazione, Google conferma la propria piena disponibilità ed il proprio impegno nella risoluzione delle diverse segnalazioni.
In un comunicato Google rilasciato da Hanne Tuomisto-Inch, Director, Privacy Sandbox Partnerships EMEA, Google rassicura che Privacy Sandbox funziona allo stesso modo per tutti, aziende, piattaforme adtech e che non vi sono canali preferenziali per le piattaforme del brand stesso.
Si tratta a tutti gli effetti di una soluzione aperta nella quale Chrome ed Android forniscono i componenti base e che i fornitori di tecnologia possono incorporare nei loro prodotti.
Privacy Sandbox si serve di tecnologie che hanno proprio l’obiettivo di rafforzare la tutela della privacy degli utenti e che fanno ricorso all’aggregazione dei dati, alla loro elaborazione on-device, alla privacy differenziale e all’offuscamento dei dati.
Fine dei cookie di terze parti rinviata al 2025, ha ancora senso aspettare?
Di fronte ad una deadline che si sposta sempre più in avanti, risulta lecito chiedersi se abbia senso per aziende, publisher, inserzionisti e, più in generale, operatori del settore madtech ed adtech adeguarsi ed intraprendere quella significativa trasformazione che porta ad un cambio di approccio sia nei modelli che nelle strategie.
Di fronte a questa domanda, la risposta è sicuramente affermativa. Sebbene la deprecazione dei cookie di terze parti non ci sarà fino al 2025, già adesso oltre il 30% del traffico internet non li supporta più con tutte le conseguenti difficoltà che riguardano le attività di misurazione e targeting.
A questo dobbiamo aggiungere il crescente interesse degli utenti proprio in materia di privacy.
È arrivato il momento così di cambiare passo, la fine dei cookie di terze parti è un’opportunità da cogliere al volo per mostrare tutto il proprio vantaggio competitivo nel campo della privacy: serve l’adozione di un approccio etico ai dati che consenta di elevarne il valore.
Blendee è la soluzione che consente di affrontare al meglio questo cambio di prospettiva, offrendo lo stack tecnologico necessario per garantire campagne performanti nel pieno rispetto della privacy grazie a processi di identity resolution cookieless ready, cross.-site e cross-device, funzionalità di audience profiling, data enrichment ed audience extension, e l’utilizzo di Privacy Enhanced Technologies, tra cui anche la stessa Privacy Sandbox.