Perché la Marketing Automation per il non-profit può rivelarsi un’arma vincente per ONG e organizzazioni che lavorano nel settore? E in che modo la personalizzazione del Donor Journey può aiutarle ad aumentare le donazioni?
Sappiamo che il Fundraising è una delle attività fondamentali nel Terzo Settore, che richiede solide competenze e sempre più skill nel settore digitale. Infatti l’espressione Digital Fundraising non è affatto una novità per i fundraiser, che negli ultimi anni hanno imparato ad interagire con i flussi di donazioni online e, quindi, con il comportamento dei donatori sui vari canali a disposizione.
Secondo quanto emerge da “Terzo Settore e Trasformazione Digitale”, il report di Italia Non Profit che indaga il rapporto tra i professionisti del non-profit e il digitale, l’utilizzo di nuove tecnologie e le conoscenze in ambito digital sono ampiamente diffusi all’interno degli enti: per il 23% degli operatori intervistati sono spesso integrate in tutte le attività dell’organizzazione, ma per il 34% non sono ancora utilizzate con un approccio strategico.
È interessante osservare anche che il 50% degli operatori del settore giudicano scarsa o insufficiente la comprensione del modo in cui l’audience utilizza il digitale, mentre il 49% pensa che le organizzazioni non abbiano ancora le competenze adeguate per l’utilizzo, la gestione e l’analisi dei dati.
Come fidelizzare i donatori attraverso la personalizzazione dei contenuti?
Fidelizzare i donatori, oltre ad acquisire nuovi lead, è quindi senza dubbio uno degli obiettivi principali delle organizzazioni non-profit. Per farlo, è necessario partire dalla profilazione dei donatori e degli stakeholder coinvolti nelle attività dell’ente, come ad esempio volontari o Fondazioni e aziende partner.
Conoscendo in maniera approfondita il comportamento dei donatori e degli altri soggetti, infatti, è possibile creare strategie di fidelizzazione efficaci che contribuiscono a creare engagement e relazioni durature, che sappiamo essere linfa vitale per la progettazione a lungo termine e la realizzazione degli obiettivi di ogni organizzazione.
La profilazione si fa avvalendosi di strumenti di marketing automation omnichannel, che ci permettono di raccogliere e aggregare quanti più dati possibili relativi agli utenti provenienti da più sorgenti e touchpoint. Questi dati diventano poi la base per la segmentazione dell’audience: è infatti fondamentale individuare la tipologia di utente che ci troviamo di fronte (un sostenitore, un donatore occasionale, un volontario, un’azienda, ecc…) per poter elaborare strategie di fundraising e di marketing mirate e calibrate sul singolo (a nessun fundraiser, infatti, verrebbe in mente di inviare a un donatore occasionale le stesse comunicazioni che invia a un grande donatore o ad uno sponsor, per esempio).
Grazie alla profilazione e alla segmentazione, sarà poi possibile, attraverso la marketing automation, creare contenuti interessanti per intercettare nuovi lead o coltivare relazioni con quelli già esistenti, inviare comunicazioni mirate, informare sui progetti e fare advocacy, ma anche tenere traccia delle donazioni e degli acquisti e-commerce.
Più le azioni e le comunicazioni saranno pertinenti agli interessi e ai comportamenti degli utenti, quindi, maggiore sarà la fidelizzazione e la possibilità di convertire, che l’obiettivo sia la raccolta firme o la campagna di digital fundraising.
Marketing Automation per il settore Non-Profit: quali vantaggi?
Oltre alla fidelizzazione, quali altri vantaggi può apportare la Marketing Automation per il Non-Profit?
- Tutti i dati di donatori e stakeholder in un unico posto. Grazie a piattaforme di Marketing Automation Omnichannel come Blendee, è possibile raccogliere e conservare tutti i dati prodotti dagli utenti in un unico posto. Questo rende più semplice non solo mantenere relazioni con i propri sostenitori, ma facilita anche l’accesso alle informazioni utili nelle fasi di monitoraggio, valutazione e rendicontazione.
- Automatizzazione delle attività di marketing: risparmio di tempo e risorse. Questi strumenti permettono di automatizzare flussi di lavoro, processi e comunicazioni che ancora oggi molti marketer e fundraiser sono costretti a realizzare manualmente. Questo permette agli operatori del settore non-profit non solo di avere una visione a 360 gradi dei propri utenti e di contattarli in maniera costante e al momento opportuno, ma anche di avere più tempo da dedicare alle altre attività.
- Costruzione di relazioni con i donatori durature nel tempo.
I dati ci dicono che la maggioranza dei donatori dichiara di aver smesso di sostenere le organizzazioni non-profit a causa della mancanza di costanza e pertinenza nelle comunicazioni. Grazie a strumenti quali le CDP (Customer Data Platform) è tuttavia possibile impostare flussi di messaggi automatizzati (e-mail, SMS, ecc…) che raggiungono i sostenitori al momento giusto con il messaggio giusto, pertinente per il singolo soggetto. Diventa così più semplice rimanere in contatto con i propri donatori ed alimentare un dialogo costante e significativo per tutti gli stakeholder coinvolti, riuscendo a trasformare spesso le relazioni in conversioni.
Personalizzazione del Donor Journey e Marketing Automation sono le parole chiave che guideranno le future strategie di fundraising di quelle organizzazioni non-profit che vogliono coltivare relazioni più solide e durature con la propria base utenti e non perdere l’occasione che il martech sta offrendo al Terzo Settore.