In che modo l’Inbound Marketing è utile per profilare gli utenti anonimi? In una strategia di inbound marketing, mirata a generare lead qualificati, i contenuti giocano un ruolo fondamentale per attrarre visitatori dando loro le informazioni necessarie a risolvere una particolare problematica.
È grazie a questi contenuti mirati che un sito potrà essere scoperto da un utente alla ricerca della soluzione ad un suo problema. Buona pratica vorrebbe quindi che tali articoli fossero scritti immaginando problematiche specifiche della buyer persona che intendiamo attrarre. Come possiamo però presentare i giusti contenuti ai nostri visitatori anonimi? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Il processo decisionale di un utente non è quasi mai lineare come ce lo siamo immaginati.
Il buyer’s journey ideale dovrebbe infatti prevedere che tale utente, ricercando nei motori di ricerca una problematica o un sintomo, si imbatta in un articolo da noi scritto sufficientemente attrattivo da convincerlo a cliccare il link e leggerlo.
All’interno o al termine di questo articolo troverai delle CTA che ti invitano ad approfondire ulteriormente, magari scaricando un materiale che ti induca a registrarti nel nostro sito, dandoci quindi successivamente la possibilità di ricontattarti e idealmente di trasformarti in un cliente del nostro servizio.
C’è però un piccolo problema…questo accade mediamente (se siamo bravi!) nel 2% dei casi, e per tutto il resto del traffico che facciamo?
È possibile incrementare la percentuale di lead generati?
Personalizzazione della customer experience: partiamo dai contenuti
“Un contenuto per tutti è un contenuto per nessuno” recita un vecchio motto dell’inbound marketing.
Scrivere contenuti specialistici che interessino le nostre diverse buyer personas è condizione fondamentale per risultare per loro rilevanti.
Supponiamo però che il tuo business – come accade nella maggior parte dei casi – si rivolga a buyer personas differenti e magari ad Industries diverse.
Questo ti obbligherà a rendere estremamente generalista la tua homepage, per non correre il rischio di dare maggiore evidenza a informazioni non importanti per l’utente facendoti di conseguenza percepire come poco preparati sul tema di suo interesse.
Potremmo quindi dire, parafrasando il motto di cui sopra:
“Una Homepage per tutti è una Homepage per nessuno”
È a questo livello che la personalizzazione diventa fondamentale poiché, potendo effettuare una profilazione utenti segmentando anche gli utenti anonimi, potremo presentargli contenuti maggiormente rilevanti venendo di conseguenza percepiti come specialisti della specifica materia che interessa loro, senza aver in realtà aver fatto alcuno sforzo aggiuntivo.
Inbound marketing: contenuti diversi per utenti diversi, ma….
È un dato acclarato che la personalizzazione dell’esperienza di navigazione degli utenti sia una delle attività che può maggiormente migliorare i nostri tassi di conversione.
Maggior rilevanza significa maggior engagement e questo si traduce nel fatto che i nostri prospect ci riterranno una fonte maggiormente qualificata a consigliarli nel risolvere le proprie problematiche.
Ma come è possibile migliorare questo engagement per gli utenti anonimi?
Come dicevamo poco fa la stragrande maggioranza dei visitatori del nostro sito resterà per noi anonima, non registrandosi ad un form dove “auto-dichiarerà” il proprio ruolo, le sue funzioni aziendali ed eventualmente i suoi bisogni.
Il risultato è che avremo scritto magari decine di articoli pensando ad una buyer persona ideale che non però non avrà mai modo di leggerli, semplicemente perché per trovarli avrebbe dovuto fare una ricerca approfondita tra i meandri del vostro blog.
Non riconoscendola infatti, gli avremo sottoposto in homepage così come nelle diverse pagine del sito e del nostro blog, i medesimi articoli che mostriamo a tutti.
Questo accade anzitutto per due motivi:
- incapacità di segmentare e profilare gli utenti anonimi
- incapacità di sottoporre loro, in tempo reale, i migliori articoli
Questa attività inoltre, oltre ad essere importante per aumentare le conversioni sugli utenti anonimi, ci può permettere di risultare molto più rilevanti anche per quelli che chiameremo “soft leads”, visitatori che magari ci hanno lasciato soltanto l’email per iscriversi ad una newsletter.
Pensa a quanto potrebbero essere più efficaci le nostre newsletter se potessimo automatizzarle e personalizzarle in base ai loro interessi.
Oggi è possibile monitorare i comportamenti ai fini di segmentare e profilare gli utenti, in questo articolo vi spieghiamo come.
Strategie di inbound marketing: conclusioni
Ma a cosa serve tutto questo ti starai chiedendo?
La risposta più chiara è messa in evidenza da questa statistica:
74% of consumers get frustrated when website content appears that has nothing to do with their interests.
Un’esperienza personalizzata è in grado di generare maggior engagement e, unita alla percezione di essere specializzati nei problemi dello specifico utente, sarà in grado di aumentare considerevolmente le vostre conversioni, con buona pace della vostra concorrenza!