La Marketing Personalization è forse uno dei crucci più importanti che il marketing si trova ad affrontare in questo periodo. In un contesto competitivo sempre più articolato, in cui la guerra per guadagnarsi l’attenzione del consumatore è sempre più complessa, il successo passa spesso dalla capacità di offrire esperienze uniche e ingaggianti che portino reale valore al nostro target.
Basti pensare a quanto la personalizzazione giochi un ruolo centrale nel successo di realtà come Amazon o Netflix per comprendere come si tratti di un elemento cardine per completare la propria strategia di marketing e vincere la partita contro la concorrenza.
Ma il marketing personalizzato migliora i miei risultati?
La personalizzazione dell’esperienza è diventata qualcosa di realmente pervasivo ed ha caratterizzato alcune delle campagne di marketing di maggior successo degli ultimi anni.
In molti si saranno chiesti: ma queste operazioni servono? Portano risultati effettivi?
La risposta è sicuramente positiva e ci viene esplicitata dalla grafica seguente, estratta da una ricerca effettuata da Venture Beat.
Questa ricerca mostra come, già nel 2015, l’evidenza dei risultati di una personalizzazione ai fini della conversione, intesa sia come vendite che come sottoscrizioni – ad esempio nel caso di un sito di lead generation – fosse fondamentale.
La personalizzazione della user experience
In un contesto come questo è quindi fondamentale chiedersi come sia possibile riuscire a personalizzare l’esperienza che i consumatori vivono con il nostro brand attraverso il nostro sito web e tutti gli altri touchpoint a nostra disposizione.
E’ un dato di fatto che la possibilità di personalizzare in modo 1 to 1 la user experience sia una questione abbastanza recente e che quindi quando abbiamo immaginato l’architettura delle informazioni dei diversi touchpoint non si sia tenuto conto di come sarebbe stato possibile personalizzarle.
Se abbiamo target di clienti differenziati e un’offerta ampia sarà fondamentale riuscire a mostrare loro solo i contenuti che effettivamente li interessano, così da giocarsi nel modo migliore il tempo e soprattutto l’attenzione che decideranno di concederci, migliorando sensibilmente la customer experience.
Se volete approfondire come i contenuti possono essere messi al servizio della marketing personalization non perdetevi questo articolo.
Personalizzare l’Homepage non basta!
La personalizzazione della Homepage è sicuramente importante, soprattutto per siti che hanno cataloghi molto vasti e che, senza una profilazione e una personalizzazione degli utenti, non saprebbero cosa mostrare di rilevante ai clienti. Il rischio che questi non trovino quel che cercano è elevato e occorre quindi riuscire a profilarli in modo adeguato proponendo loro raccomandazioni e prodotti corretti rispetto ai loro bisogni.
Pensiamo però anche a come personalizzare le pagine interne del sito, i messaggi, i pop up etc.
Oppure a come personalizzare le pagine che potrebbero rivelarsi “perse”, come le pagine 404 – dove possono essere inserite raccomandazioni di prodotto – oppure la thank you page, pagina che garantisce rese molto elevate.
Pensiamo poi al reingaggio dell’utente sugli altri touchpoint: che comunicazioni gli invio? quando gliele invio? utilizzo i canali che predilige il singolo cliente o invio messaggi massivi?
Concludendo
Con il passare del tempo la sfida per i marketing manager sicuramente non si semplifica, ma va complicandosi. La competizione si gioca infatti non più solo a livello di prodotto e capacità di comunicarlo ma sul coinvolgimento che si riesce a creare con il proprio cliente ed a quanto valore riusciamo a trasferirgli tenendolo ingaggiato.
L’unico modo per farlo è riuscire a dare loro solo comunicazioni rilevanti, per elaborare le quali occorre conoscere approfonditamente i loro gusti, preferenze e modalità di contatto così da migliorare il customer engagement.
Tutto il resto rischia e rischierà sempre più soltanto di nuocere al nostro rapporto con clienti e consumatori.