BLE è l’acronimo utilizzato per definire Bluetooth Low Energy.
Conosciuto anche come Bluetooth Smart, il BLE è stato introdotto come alternativa al bluetooth classico in quanto capace di consumare una quantità ridotta di energia del device che trasmette o riceve il messaggio.
Per il BLE, infatti, il bit rate è di 1 Mbit/s (con un’opzione di 2 Mbit/s nel Bluetooth 5) e la potenza di trasmissione massima si attesta a 10 mW (100 mW nel Bluetooth 5). Come il suo predecessore, il BLE utilizza una tecnologia wireless che si base su frequenza radio.
Il BLE – Bluetooth Low Energy è stato presentato per la prima volta nel 2004, come esito di un progetto di ricerca di Nokia e lanciato nel mercato per la prima volta con lo modello smartphone iPhone 4S.
Ad oggi è, senza dubbio, una delle tecnologie fondamentali utilizzate nell’ambito dell’IoT. Esso è inoltre particolarmente interessante anche per l’elettronica di consumo in quanto consente considerevoli risparmi di energia e facilità di implementazione.
Tra i vari utilizzi del BLE, merita di essere citato quello che lega questo sistema di bluetooth al beacon, tanto che si parla di Beacon BLE.
Si tratta di sensori attivi, alimentati da batteria e dotati di antenna e circuito elettronico che permettono il passaggio di dati e e l’invio di messaggi a smartphone e tablet.
Questi ultimi, al fine di leggere la comunicazione, devono essere dotati di una APP specifica.
Tra i modelli di beacon BLE, ne esistono alcuni che possono essere considerati solo dei trasmettitori: i dispositivi mobile che entrano nel loro raggio ricevono, infatti, un codice identificativo dal beacon ma non inviano alcun tipo di dato, se non l’informazione relativa alla loro presenza.
I modelli più evoluti, invece, riescono trasmettere anche dati più complessi come, ad esempio, il grado di temperatura o di umidità.